Lady Marcello.
La scultrice che visse due volte.

Una donna coi pantaloni e
la marsina. Una Lady Oscar della scultura moderna. Adèle d’Affry,
duchessa di Castiglione Colonna (1836-1879), voleva fare l'artista.
Ma, a metà dell'Ottocento, misurarsi con tele e scalpelli non era
opportuno per una signora. E così lei, da buona tedesca volitiva
(era nata a Friburgo da un papà militare), cambiò nome e si
trasformò in “Marcello”: un marmista dalle mani piccole ma
forzute, capaci di scolpire busti e ritratti, figure sacre o
mitologiche che il Museo Vela di Ligornetto, in Canton Ticino,
allinea oggi in una mostra romantica come la storia di questa virago
votata alla lotta per l'emancipazione. Sotto falsa identità, Adèle
incassò così committenze insperate per una femmina che, a causa dei
pregiudizi sul gentil sesso e delle costrizioni del tempo, fu
respinta dall’École des Beaux-Arts di Parigi. Era il 1961. Due
anni dopo, si prese la rivincita: dietro le mentite spoglie di
Marcello, presentò allo snobbissimo Salon - la famosa expo biennale
delle arti allestita al Louvre - l'effigie in bronzo dorato di Bianca
Cappello, prima amante e poi moglie del Granduca di Toscana Francesco
I de' Medici, nota alle cronache per essere stata al centro di
numerosi intrighi internazionali. Il suo ritratto, versione in rosa
di un Apollo greco, fece impazzire l’imperatrice Eugenia che volle
Marcello a corte. Lei, con garbo, gestì la personalità bisex in
modo ironico e usando intelligentemente i vantaggi dati dalla nascita
aristocratica. Tanto che i gossip sull'identità ambigua della
scultrice nobildonna fecero il giro d'Europa, favorendo altri
successi. La Royal Academy di Londra la premiò nel 1866 per
un'immagine ferina della Gorgone. All’Esposizione universale del
1867, nella sala dello Stato Pontificio, espose otto opere, fra cui i
soggetti richiesti dall’imperatore Napoleone III per i giardini di
Compiègne. L'idea di avere un ritratto firmato da una duchessa che
si faceva passare per un uomo divenne un vezzo esotico e lo scandalo
divenne moda. Tanto più che i critici d'arte apprezzavano il
classicismo presuntuoso della sue opere e i colleghi famosi, come il
grande Gustave Courbet e, più tardi, Manet la accolsero nei loro
circoli come un collega di qualità. Ecco allora, nelle sale del
museo progettato da Mario Botta intorno all'atelier di Vincenzo Vela
– lo scalpellino del Duomo di Milano, diventato portavoce degli
ideali risorgimentali – messi in fila una sessantina di pezzi di
Marcello e degli autori che incrociò nel corso della sua carriera.
Un'infilata di ritratti blasonati, dall'Imperatrice a Napoleone III,
dallo storico Louis-Adolphe Thiers al compositore Franz Liszt, dai
generali alle marchese, testimoniano l'ascesa di una figura caparbia,
che superò anche la perdita del marito in giovane età (il conte
italiano Carlo Colonna) ritagliandosi un ruolo moderno in una società
spigolosa ma attratta dal diverso. Nella solennità androgina dei
suoi personaggi, La bella Elena o La baccante stanca, si intravede lo
spirito battagliero di questa donna che visse due volte.
(da La Repubblica, 8 agosto 2015)
Marcello
Adèle d’Affry (1836-1879) duchessa
di Castiglione Colonna
fino al 30 agosto.
Museo Vincenzo Vela, Largo Vela 5,
Ligornetto (CH)
mar-dom 10-18
Info 0041.584813040/44
www.museo-vela.ch