Un globetrotter del Settecento, che amava le donne e la guerra.
Da scoprire a Milano.

La coppia di torri (aperte al pubblico dal prossimo autunno) rimanda all'epoca lontana del tardo impero, vestigia di un antico sito di palazzi imperiali, terme e teatri. La prima, poligonale, è collegata a un tratto di mura imponenti, oggi conservate ancora nei sotterranei del museo. Nota come Torre di Ansperto, poiché la tradizione milanese
indicava il vescovo Ansperto da Biassono (869-881) quale suo costruttore, fa da contraltare alla più alta torre dei Gorani, così battezzata in tempi moderni, per via di un omonimo palazzo oggi scomparso. Decorata all'apice con
un elegante loggiato, si tratta dell'unica torre gentilizia d'origine viscontea
sopravvissuta alle bombe dei conflitti.
La curiosità del luogo è legata alla
storia di un suo proprietario, il conte Giuseppe Gorani.
Casanova in versione milanese, nel Settecento passò dalle truppe
lombarde a quelle austriache, fomentò un gruppo di ribelli, scampò
due volte alla forca, progettò un regno insulare sognando di
congiungere Corsica e Sardegna, prima di unirsi agli illuministi di
Voltaire, fiancheggiare Robespierre durante la Rivoluzione Francese e
finire a scrivere le sue memorie in solitudine. Un romanzo d'avventura ambientato sulle rovine di una Milano d'epoca romana, capitale
dell'impero d'occidente, che qui, ben prima del conte casanova, vide sorgere il Circo (come ricorda
il nome di una via attigua) e i Carceres, i cancelli di partenza
delle corse dei cavalli.
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