Domani, l'editoriale:
L'arte non è un mestiere per poveri!
Gli appalti di Expo per la cultura e i conti che non tornano.
Curatele e consulenze da centinaia di migliaia di euro.
Mentre ai giovani e agli specialisti (quelli veri) si chiede di offrirsi come volontari.
venerdì 30 maggio 2014
Pillole da Ginevra
Una città che invita a rilassarsi.
Lungo il parco, per le vie del centro, le nuove sedute di design
somigliano a divani tappezzati d'erba fresca. I passanti si sdraiano,
leggono, lavorano con i loro laptop incuranti della vita e del
traffico che gli scorre intorno. Il comfort va di pari passo con la
produttività. La felicità aiuta il lavoro. Lungimirante. E nessuno
si sogna di danneggiare un bene comune. Un altro mondo.
domenica 18 maggio 2014
Pillole da Londra

Un museo da non mancare.
Fra storia, racconto e tecnologia.
Dedicato alla vita del “grande inglese”, Sir Winston Churchill,
e ai bunker sotterranei segreti dai quali il primo ministro britannico ha guidato il paese verso la vittoria nella seconda guerra mondiale, il museo è un capolavoro di organizzazione e allestimento. I luoghi, le voci, le rievocazioni, gli oggetti, gli ambienti. Ogni spazio guida alla scoperta dell'uomo, del suo pensiero e delle sue strategie; del suo staff e della vita nell'ombra passata a studiare le mosse dell'avversario, fino a stringerlo all'angolo.
I supporti tecnologici, le proiezioni, la conservazione intatta di ogni camera, dal famoso gabinetto di guerra agli appartamenti privati, trascinano in visitatore dentro la storia, nella tensione, nell'attesa, nella risoluzione del conflitto. Studiato in ogni dettaglio è un esempio di come ogni vicenda possa essere raccontata con rigore e, allo stesso tempo, partecipazione.
Da notare che, il Museo, non ha alcuna sovvenzione statale, vive di vita propria, si auto-finanzia, non si lagna, ma si rimbocca le maniche per fare quadrare i conti. Il costo del biglietto è di 17,50 sterline a testa (più di 20 euro!), con audioguida inclusa. Volendo acquistare la guida cartacea sono altre 5 sterline. Alla fine del percorso, un bel bookshop vende cartoline dal fronte, barrette di cioccolato e di zucchero perfettamente riprodotte secondo lo stile dell'epoca. Due sterline a zuccherino. Considerato il migliaio di visitatori in coda, ecco spiegato il segreto del suo (perfetto) mantenimento.
Il Museo del Risorgimento di Milano ha un biglietto di ingresso pari a 2 euro e le sale sono polverose e, soprattutto, deserte. Nothing to say...
martedì 13 maggio 2014
La (mia) mostra
Alfredo Casali
e la sua pittura algida
alla Galleria Ceribelli di Bergamo
e la sua pittura algida
alla Galleria Ceribelli di Bergamo
«Ci
sono due maniere di intendere la pittura di paese.
La prima consiste nel rendere fedelmente il contorno e la
modellatura di un certo raggruppamento di alberi, di monti, di acque
e di case. Questo metodo, che diremo verista, non esclude
l'idealizzazione nello scegliere la posizione più caratteristica,
quella che meglio esprime l'ora e il tempo. La seconda maniera è di
fare di un paesaggio un poema pieno di spazio e di sogno, dove gli
elementi naturali sono accessori. Qui l'arte è più difficile, in
quando è più ambiziosa».
Se è vero quello che scriveva Carlo Carrà in questa profetica
riflessione teorica datata 1923, verrebbe da dire che Casali è
un pittore ambizioso. Perché, fra le due maniere ben distinte dal
maestro del “realismo mitico”, lui ha scelto la seconda. (…)
grazie a Matteo Galbiati per la bella recensione su Espoarte.
lunedì 12 maggio 2014
Picasso (never) in love
Una mostra al Palazzo delle Paure di Lecco celebra il genio spagnolo nei suoi capolavori incisi.
Dalla Celestina alla serie dei Saltimbanchi, compresa la preziosa (180mila euro l'ultima quotazione) acquaforte Le repas frugal.
Una gita su "quel ramo del lago di Como", per ripercorre l'opera e la vita di un artista che si donò
integralmente all'arte, unico vero amore della sua esistenza.
Quando nel 1916 incontrò Olga Kokhlova, modesta danzatrice nei balletti russi di Diaghilev, Picasso le chiese immediatamente di sposarlo. Peccato che sua madre, conosciuta la futura sposa, le disse: «Oh mia povera piccola, non sai a che cosa vai incontro. Nessuna donna potrà essere felice con mio figlio, perché lui è già sposato con la pittura».
Sante parole, considerato il destino che accomunò le sue donne, compagne sacrificate al Minotauro, nel labirinto della sua follia. Marie-Thérèse Walter, Dora Maar, Françoise Gilot, Jacqueline Roque.
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Picasso e Françoise Gilot, l'unica "sopravvissuta" alla furia del genio.
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Dalla Celestina alla serie dei Saltimbanchi, compresa la preziosa (180mila euro l'ultima quotazione) acquaforte Le repas frugal.
Una gita su "quel ramo del lago di Como", per ripercorre l'opera e la vita di un artista che si donò
integralmente all'arte, unico vero amore della sua esistenza.
Quando nel 1916 incontrò Olga Kokhlova, modesta danzatrice nei balletti russi di Diaghilev, Picasso le chiese immediatamente di sposarlo. Peccato che sua madre, conosciuta la futura sposa, le disse: «Oh mia povera piccola, non sai a che cosa vai incontro. Nessuna donna potrà essere felice con mio figlio, perché lui è già sposato con la pittura».
Sante parole, considerato il destino che accomunò le sue donne, compagne sacrificate al Minotauro, nel labirinto della sua follia. Marie-Thérèse Walter, Dora Maar, Françoise Gilot, Jacqueline Roque.
Dora Maar, la mujer que llora, "la donna che piange", confessò in vecchiaia: «Io non sono stata l’amante
di Picasso. Lui era soltanto il mio padrone ». Mentre Françoise, l'unica che sopravvisse al suo carisma e alla sua furia di poligamo vorace, ne succhiò la linfa prima di lasciarlo (quasi) dolorante. «Morirò senza avere mai amato»,
dichiarò lui furioso quando Françoise lo piantò in asso, sottraendosi al massacro psicologico, per continuare la sua vita felice e dare alle stampe le sue memorie zeppe di retroscena sulla vita inquieta del genio. Inutile dire che lui sbroccò dalla rabbia e, per vendicarsi sulla ex compagna emancipata, diseredò i figli. P come perfido!
domenica 11 maggio 2014
Promossi e Bocciati
Bocciato
Leonardo
A meno di un mese dall'apertura, la Testa di
ragazza
di Leonardo, detta La scapigliata, lascia la
mostra
di Bernardino Luini al Palazzo
Reale di Milano.
Una partenza annunciata, ma sgradita.
Su tre mesi di esposizione, un prestito di tre settimane
con obbligo di rientro, fa pensare alla presenza-civetta
di un grande nome per attrarre il pubblico alla mostra.
Che, comunque, non aveva bisogno di Leonardo.
Bernardino se la cava benissimo da solo!
sabato 3 maggio 2014
Promossi e bocciati
Promosso
Non tanto per merito suo (a dire il vero) ma per via dell'imprenditore collezionista milanese
Alvise Braga Illa che, chiusa la mostra dedicata alla galleria Minini, ha trattato con Daniel Buren
affinché la sua installazione site-specific rimanesse per sempre
sulla scala di Muzio.
Affare fatto. Cinquantamila euro
per un'opera che vale sei volte tanto.
Buren ha accettato perché la sede prestigiosa valeva lo sconto.
Alvise conquista il titolo di mecenate illuminato. Avercene…
giovedì 1 maggio 2014
Luoghi "Comuni"
Anteprima da La Repubblica di oggi, 1 maggio 2014
I privati valorizzano il patrimonio che i Comuni ignorano.
Un'altra storia di pubblica (in)cultura
Un'opera arriva, un'altra
se ne va. Anish Kapoor, l'artista anglo-indiano diventato famoso nel
mondo per le sue sculture titaniche in acciaio, lucide come specchi,
alte come palazzi a due piani, ha appena finito di impacchettare
l'installazione site-specific Dirty corner,
progettata tre anni fa per la navata della Fabbrica del Vapore, e già
ne sballa una nuova, appesa proprio ieri sera sotto
la cupola di vetro dell'hotel di lusso Park Hyatt, fra la Galleria e
piazza Duomo. Un grande onore per l'albergo, felice di poter
trasformare la sua lobby lounge in una sede espositiva aperta alle
visite del pubblico. Un po' meno onore, invece, per il Comune che,
proprio dopo la chiusura della mostra di Kapoor allestita fra la
Fabbrica del Vapore e la Besana nel 2011, s'è dimenticata della
scultura ideata ad hoc dall'artista per la città e persino della sua
proposta di concedere un prestito a lungo termine o un acquisto al
costo di produzione, purché il lavoro fosse valorizzato in uno
spazio a misura della sua stazza. Ovvero 1.100 tonnellate di peso e
60 metri di lunghezza per un tunnel in acciaio corten rimasto da
allora chiuso in un deposito in attesa di una risposta. A
sentire Massimo Minini, gallerista storico di Kapoor, che ieri ha
inaugurato l'opera al Park Hyatt e che, a suo tempo, coordinò la
mostra milanese, «il Comune ha perso un'occasione. Avrebbe potuto
emulare Chicago e la sua celebre Cloud
Gate posizionata nel cuore del Millennium Park, oppure Londra con la
torre simbolo delle Olimpiadi del 2012. La quotazione è di qualche
milione di euro, ma un interlocutore intelligente saprebbe
contrattare una location di rilievo in cambio di una cifra
simbolica».
Invece neanche un cenno. Né dalla giunta Moratti che aveva varato
l'iniziativa, né da quella di Pisapia che ha raccolto il progetto,
ignorandolo. «All'inizio
si parlò di destinarla alla nuova piazza Gae Aulenti o alla stessa
piazza della Fabbrica del Vapore, ancora in cerca di un piano di
riqualificazione» racconta Consuelo Nocita amministratore di
Madeinart, la società di produzione che si occupò di gestire la
mostra, «sarebbe stata la più grande opera percorribile fra le
sculture pubbliche di Kapoor. Invece è finita in un magazzino».
Finché l'artista britannico non si è scocciato di aspettare e,
poche settimane fa, la scultura è ripartita per Londra. Giusto in
coincidenza con l'approdo al Park Hyatt del mega disco
in acciaio inox lucidato a specchio, assicurato per un milione di
euro, e che rimarrà in hotel per un anno, sostituito poi da altri
pezzi a rotazione. L'idea delle mostre temporanee viene dalla
proprietà della catena, che ha sede non a caso a Chicago e che fa
capo, fra gli altri soci, alla famiglia Pritzker (quella del
Premio Pritzker per l'architettura!). Prima di accogliere
Kapoor, la lounge vantava un Medusa
in mosaico di Lucio Fontana, oggi acquistata dalla Fondazione Prada.
Turnover di capolavori. Che i privati sfoggiano, mentre le
amministrazioni dimenticano nei ripostigli.
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